Sabato 16 Novembre, Chiesa del Pilonetto. Torino.
Per prima cosa voglio ringraziare tutti a nome della mia famiglia. Siamo stati travolti letteralmente dal vostro affetto. Siamo senza parole. Grazie a chi è qui ed a chi non è potuto venire.
Non ho ancora visto i social: ringrazierò tutti. Uno ad uno.
Un grazie speciale a chi a ricordato Giorgio con un bell’articolo in questi giorni: Luca Iaccarino sul Corriere (qui), Cavallito & Lamacchia su Repubblica (qui), Sarah Scaparone sul suo blog (qui), Dario Ujetto (qui), Rosalba Graglia sul Gambero Rosso (qui) e sopratutto Marco Bolasco su Il Gusto di Repubblica (qui) e Federico Ferrero su La Stampa (qui, pubblicato lunedì 18/11). Questi sono quelli che ho potuto vedere in questi giorni molto complicati per me.
Papà è un signor nessuno. Un uomo con nulla in mano che ha conquistato tutti.
Giorgio non era un famoso giornalista di una grande testata, non era un personaggio televisivo o un personaggio pubblico. Mio padre è un bottegaio. Noi siamo dei bottegai.
Era però uno spirito libero come lo ha definito Massimo Bottura. Aveva la sua macchina con cui partiva, la sua stretta di mano ed il suo stile. Era trasversale, sapeva riconoscere il bello ed il buono, ma sopratutto sapeva riconoscere il talento e lo comunicava a chi non sapeva ancora di averlo.
Era libero. Diceva quello in cui credeva. Non aveva peli sulla lingua. Era onesto intellettualmente. Non aveva secondi fini o interessi particolari.
E non era uno yes-man o un leccapiedi! Lo fosse stato avrebbe avuto forse più successo. Oggi sarebbe venuta più gente. Ma non sarebbe stata la stessa gente. Le persone che sono qui oggi sono venute perché hanno avuto con lui un rapporto vero e genuino, onesto. Siete venuti qui spontaneamente perché Giorgio vi ha dato qualcosa di importante senza pretendere nulla in cambio. Lui voleva il vostro successo e la vostra realizzazione. Cosa che siete riusciti a fare. Anche in maniera eccezionale. Anche grazie a lui. Glielo avete detto ringraziandolo più di una volta. Così lui ha raggiunto il suo scopo.
Questo era Giorgio Grigliatti.
Concludo.
L’unica cosa che mi riempie il cuore di gioia oggi è il fatto che questa sera lassù, nei Campi Elisi in Paradiso, gli amici che ti hanno preceduto, Papà, ti stanno preparando una grande festa di benvenuto.
C’è Julio Soler che sta organizzando tutto, Giovanni Chiarenza del rist Da Giovanni (ti ha preceduto di qualche settimana, ne eri stato colpito) ha preparato un grosso pesce da mettere in forno, Cesare di Albaretto ha messo su il capretto. E poi i vignerons.
Beppe Rinaldi con sua moglie Annalisa, Domenico Clerico con il suo sorriso travolgente ti abbraccerà con le sue manone, il giovane Matteo Correggia. Ci sarà Bobetto, Roberto Scanavino, Andrea Paternoster, Gianni Gallo (uno dei tuoi mentori).
E tanti altri.
Insomma: divertitevi e vegliate su di noi che viviamo in questo mondo un po’ sgangherato.
Ciao Papà. E grazie di tutto da parte di tutti.
Ah! Dimenticavo. Come si dice in questi casi:
Teneteci un posto! Prima o poi arriviamo anche noi!
Au revoir Papà.
Orazione funebre di Giorgio Grigliatti
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